Come ho iniziato il mio percorso da Event Manager Freelance – Il Salto

Era il 2022 e da poco si respirava di nuovo libertà.

Non per me però, io navigavo ancora nello sconforto. 

Il mio futuro professionale era un grande punto interrogativo. Avevo lasciato il mio posto nella società di eventi per cui lavoravo perchè ancora paralizzata in quel contesto che tutti stavamo vivendo per la prima volta, ed io non riuscivo più a coprire le mie spese.

Cominciai a chiedermi: che altro so fare?

In realtà non lo sapevo con certezza. 

Così provai diversi lavori, anche lontani dal settore eventi, e le mie giornate si trasformarono in una corsa tra un impiego e l’altro.

Per la prima volta ho vissuto il lavoro solo come un dovere, un mezzo per guadagnare.

Avevo sempre dato per scontato che fosse facile e possibile fare il lavoro che si ama,

ma in quel periodo mi scontrai con una realtà completamente differente: era tutt’altro che facile. 

Non bastava solo crederci, se si scatena una pandemia tu rimani paralizzat* e basta.

O meglio, ti muovi nei bordi del possibile, di ciò che è permesso fare.

Il salto 

Un pomeriggio, spinta dalla noia e da un filo di speranza, decisi di cercare online nuove opportunità nel settore eventi. 

E per mia sorpresa, ne trovai alcune alle quali mi candidai.

Poche settimane dopo, è arrivato un messaggio su Instagram. Quello fu l’inizio di una delle mie collaborazioni che dura ancora oggi.

Subito dopo, una chiamata ed alcune risposte alle mie e-mail.

Da lì sono seguiti colloqui interessanti, alcuni più promettenti di altri. Ma una proposta in particolare attirava la mia attenzione, e si parlava di lavorare sull’evento Formula E.

Non potevo dire di no. Ed, a dire il vero, non volevo nemmeno.

La scelta di non scegliere

In quei giorni di entusiasmo, ero incredula di fronte alla ripresa del settore eventi. Non volevo rinunciare a niente e avrei lavorato anche dodici ore al giorno pur di risentire le vecchie emozioni provate durante la programmazione di un evento.

E se fossi io a scegliere con chi lavorare e su quali progetti? E se potessi non sceglierne solo uno ma scegliere tutti quelli che preferisco?”

BINGO.

Avevo sempre sognato di diventare una freelance nel settore eventi, ma non conoscevo nessuno che lavorasse in questo modo in Italia con cui confrontarmi. Non sapevo se potesse funzionare, ma ci provai lo stesso.

Nessuna analisi di mercato, nessuna strategia complessa (non penso che fossi neanche in grado di farlo al tempo). Iniziai e basta.

ALL IN.

Il primo passo

Conservo ancora il foglietto della mia vecchia vicina di casa commercialista, che mi spiegò a grandi linee come aprire una partita IVA, come funziona la parte contributiva e la gestione della burocrazia. Quel foglio rappresenta per me l’inizio di tutto.

Presi poi appuntamento in uno studio commerciale e, senza pensarci troppo, iniziai.

Sconsiderata o intraprendente? Non mi sono mai data una  risposta. 

Ho pensato solo a navigare quel mare mosso, non in modo perfetto e spesso con scelte sbagliate.

Solo con il tempo ho definito la mia figura professionale e capito una cosa fondamentale: non basta saper navigare, bisogna sapere dove si sta andando.

E così la scrematura dei clienti con cui lavorare è diventata sempre più attenta, il progetto da prendere in carico sempre più studiato prima del “SI.”

L’azzardo che ha cambiato tutto

Niente di ciò che ho raggiunto sarebbe stato possibile senza quella scelta azzardata.
Ed oggi, ripensandoci, so che il coraggio di quel momento è stato per me il punto di svolta per la mia carriera professionale.

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Chi sono

Sono Sara De Pietro,
organizzatrice di eventi personalizzati per Brand e Professionisti.

Perché ho scelto di organizzare eventi dedicati ai brand?

Perché so cosa vuol dire mettere anima e cuore nel proprio progetto. Creare qualcosa da zero, perfezionarlo e farlo conoscere al mondo è un viaggio che richiede impegno, passione e tanta dedizione.

L’evento è la celebrazione di tutto questo lavoro.

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